Ho appena terminato di leggere un libro con un titolo che è tutto un programma: “ADESSO BASTA” in cui l’autore racconta la sua scelta coraggiosa di abbandonare uno strapagato lavoro da manager a Milano e di sostituire agli happy hour, i meeting, le riunione interminabili, i blackberry un molto più modesto casolare nelle campagne liguri, vivendo con poco denaro, ma libero.
Libero di riappropriarsi del proprio tempo, felice della libertà di non sottostare alle leggi perverse del lavorare per comprare cose di cui non abbiamo bisogno, che non ci rendono felici, che ci costringono a lavorare di più per poterne comprare ancora; cose che acquistiamo per impressionare gente che non ci vuole bene. Topi in gabbia, con il televisore che ci fornisce i modelli “normali” e pazzo chi tenta di non accettare il modello.
Il libro sta ottenendo un grande successo, evidentemente molti sentono una gran voglia di evadere.
Ma è una scelta che non può essere impulsiva, che ha a che fare molto con un sogno. Non nell’accezione che danno molti a questo termine: qualcosa di lontano e irrealizzabile che si fa solo la notte dormendo.
Il sogno, quello vero, è invece una passione, una malattia, da cui si guarisce solo realizzandolo. Questo rappresenta l’unico motivo perchè dopo milioni di anni di selezione naturale io debba stare qui, in questo mondo assieme a miliardi di altri, ripercorrendo come Sisifo infinite volte la stessa salita con fatica e, sembra, senza alcuno scopo. …..se non realizzare, appunto il mio sogno.
Questo libro fa sognare, fa sognare soprattutto i blackberry dipendenti. L’applicazione rimane per pochi: per chi ha stipendi alti e una forte propensione ad essere formica e non cicala e per chi è senza famiglia da mantenere. Però concordo con te che la voglia di qualcosa di diverso è nell’aria da tempo.