Sapete chi sono i medici cardioanestesisti e rianimatori ?
Questi non sono medici “normali” che visitano il paziente in ospedale o in ambulatorio e prescrivono un antiulcera !
Loro lavorano nei reparti di cura intensiva dove assistono alla vita che sta fuggendo di uomini, donne, ragazzi.
Hanno spesso non più di 180 secondi per poterli salvare e non esistono certezze e criteri sicuri per la scelta di quella procedura e/o di quel farmaco che possa levarli dall’angoscia di vedere un giovane che muore sotto i loro occhi.
In questi casi non basta studiare, leggere articoli scientifici e partecipare a seminari per conoscere le migliori procedure per affrontare situazioni così al limite.
Hanno bisogno, oltre che di attrezzature tecnologiche e farmaci all’avanguardia, di un modo veloce e semplice di condividere la loro esperienza quotidiana, fatta di tentativi, di successi ed anche di errori.
Hanno bisogno di chiedere a colleghi, anche lontani, come hanno risolto questa o quella situazione complessa. Loro affrontano, spesso, casi limite in cui è difficile avere certezze.
Abbiamo creato di recente una piattaforma web su cui possono basarsi per partecipare alla creazione di contenuti scientifici, discussioni, domande e risposte che derivano dalla loro esperienza di pratica clinica vissuta giorno per giorno nei reparti di cura intensiva.
Si tratta in pratica di sfruttare le tecnologie social web per costruire una rete sociale, un ecosistema, una tribù da cui attingere per sviluppare una collaborazione di “massa” intensiva, necessaria per risolvere situazioni complesse nelle quali è in gioco spesso la vita d persone.
Ecco il “manifesto” e gli obiettivi della comunità on line che si chiama “Officina dello scompenso cardiaco” :
” Che cosa è Officina?
Ci sono due risposte, una breve e una un po’ più lunga e complessa. La risposta breve è che Officina è un luogo dove discutere liberamente e tenersi aggiornati sulla pratica clinica riguardante lo scompenso cardiaco. Liberi di fare domande, di dare risposte, di accendere confronti che derivano dalla esperienza diretta dei componenti la community Officina. Come la piazza centrale dei paesi di un tempo. In questo caso la piazza è, però, sul web, accessibile da dove si vuole e rapidamente. Officina non è un sito internet, ma una comunità on line a cui hanno accesso solo medici, nata dall’idea che per affrontare una patologia così complessa come lo scompenso in area critica non bastano i congressi, i simposi e la pubblicazione di articoli scientifici. Abbiamo bisogno di condividere in maniera semplice e veloce le nostre esperienze di pratica clinica vissute con i pazienti nei reparti di rianimazione. Abbiamo bisogno di trovare risposte a quesiti complessi che incideranno sulle speranze di vita dei nostri pazienti. Risposte che possono derivare solo dalla aperta, libera, spontanea collaborazione e condivisione delle nostre esperienze e conoscenze.
Il sogno e la sfida
Questo è il sogno. La realtà è che Officina è ancora un work in progress, basato sul desiderio di alcuni di noi di sperimentare una nuova forma di condivisione della conoscenza per migliorare la nostra professionalità. Ci aiuta in questo una tecnologia ormai diffusissima, semplice, ma molto potente che con termine tecnico si chiama “social web” (tanto per intenderci quella su cui è basato per esempio Facebook). A noi come medici non interessa tanto la tecnologia internet. Piuttosto vogliamo capire come questa tecnologia ci può aiutare nel sostenere una nuova, potente forma di innovazione sociale e professionale che si sta diffondendo rapidamente in tutti i settori: una forma di innovazione in base a cui le persone dotate di motivazione, passione e competenze si avvantaggiano di nuovi strumenti basati sul web, partecipando più attivamente agli sforzi per comprendere e risolvere complesse patologie. Questo ci porta però a quella che all’inizio abbiamo classificato come risposta lunga alla domanda cosa è Officina. Tale risposta potrà derivare -e qui sta la sfida– piuttosto che dalle parole, dalla nostra effettiva partecipazione alla community, dalle modalità di collaborazione che verremo adottare, dai suggerimenti che ognuno di noi vorrà dare per rendere Officina un modello di successo. “