Forse sta proprio lì, in quel momentaneo ma inevitabile cedimento, il fascino di ognuno di noi.
Se volete davvero sentirne parlare, sono sicuro che la prima cosa che vorreste sapere è a quale inevitabile cedimento mi riferisco: come è possibile essere affascinanti cedendo e cosa significa cedere e perchè mai dovremmo cedere così poi qualcuno ne approfitta e poi facciamo anche la figura dei deboli e questo non va affatto bene nella nostra ipercompetitiva società e altre cose del genere.
Ma onestamente a me non va di entrare in questi dettagli: primo perché sarebbe noioso e poi perché ci vorrebbe troppo tempo.
Vi racconterò giusto una storia che pochi conoscono. E’ una storia che parla di cedimenti, di fascino e della bellezza di alcuni luoghi dell’anima dove si rivelano onestà e limpidezza: in maniera sicuramente inaspettata per il personaggio di cui andremo a scoprire gli strappi alla sua immagine storica di razionalista puro.
Quell’ onestà e limpidezza che a volte anche io ho incontrato: in chi accoglie il proprio destino e lo fa diventare il suo talento, ma anche in chi inciampa, ride di se stesso e non diventa mai un uomo di talento.
In chi si rende fragile e per questo diventa bella come cristallo, ma anche in chi la limpidezza l’ha persa per i sensi di colpa che le oscurano l’anima e così ha reso la superficie di cristallo non più liscia, ma piena di incisioni e tagli a cui si attaccano pezzi di meravigliosa e folle umanità.
In chi mostra la propria follia essendo cosciente che l’universo è folle esso stesso e senza senso.
In chi mostra le proprie crepe come terra appena arata e ne condivide il profumo inebriante.
In chi lo sguardo rende liquido di lacrime improbabili.
In chi accetta spiragli di colori che rendono i contorni della propria vita frantumati da una geometria scomposta e non lineare.
In chi sa dire la verità, non simula e per questo è disposta a perdere tutto. E perde tutto.
In chi ha il coraggio di guardare negli occhi e dire: scusa ho sbagliato e così comprende, istantaneamente, cosa significa voler bene.
In chi smette di dire: non voglio più soffrire e inizia invece a cercare libertà e bellezza, ma anche in chi non ha questa forza e chiede aiuto.
Cedimenti che non sono collassi, nè sconquassi ma solo aurore di luce durante le quali lo spazio intorno a te, inevitabilmente e perentoriamente, si curva come per effetto della gravità cosmica di Einstein e, rendendosi concavo, crea luoghi dove anche altri vengono a dimorare per un po’: così finisce la solitudine.
Karl Marx, si proprio lui quello de Il Capitale, deve aver pensato questo se la notte del 21 giugno 1856 scrive una lettera alla moglie Jenny in cui è evidente il suo cedimento e quindi il suo fascino di uomo e non solo di politico, filosofo ed economista.
Avreste mai pensato che Marx fosse uno che di mattina scriveva:
“Invece del motto conservatore: “un giusto salario giornaliero per una giusta giornata lavorativa”, dovrebbero scrivere sulle loro bandiere la parola d’ordine rivoluzionaria: “Abolizione del sistema del lavoro salariato!“
………. e la notte invece scrive questa lettera:
Mio caro tesoro,
ti scrivo di nuovo, perché sono solo e perché mi secca tenere continui dialoghi mentali con te, senza che tu ne sappia nulla o tu mi possa rispondere […] Io ti ho viva davanti a me e ti porto in palmo di mano, e ti bacio dalla testa ai piedi, e cado in ginocchio davanti a te, e sospiro: «Madame, io vi amo». E davvero io ti amo, più di quanto abbia amato il Moro di Venezia. Il mondo falso e corrotto coglie tutti i caratteri in modo falso e corrotto. Chi dei miei numerosi calunniatori e nemici dalla lingua biforcuta mi ha mai rimproverato di essere chiamato a recitare la parte di primo amoroso in un teatro di seconda classe? Eppure è così. Se quei furfanti avessero avuto dello spirito, avrebbero dipinto da una parte «i rapporti di produzione e di commercio» e dall’altra me ai tuoi piedi.[…] Ma furfanti stupidi sono costoro e rimarranno stupidi in saecula saeculorum. ( Incredibile quello che scrive!! Vero?)
Un’assenza momentanea fa bene, perché quando si è presenti le cose sembrano troppo eguali per distinguerle. Persino le torri da vicino hanno proporzioni nanesche, mentre le cose piccole e quotidiane, considerate da vicino, crescono troppo. Così è per le passioni. Piccole abitudini le quali con la vicinanza che esse impongono assumono forma appassionata, scompaiono non appena il loro oggetto immediato è sottratto alla vista. Grandi passioni che per la vicinanza del loro oggetto assumono la forma di piccole abitudini, crescono e raggiungono di nuovo la loro proporzione naturale per l’effetto magico della lontananza. Così è con il mio amore[…] Basta che tu mi sia allontanata solo dal sogno e io so immediatamente che il tempo è servito al mio amore per ciò a cui servono il sole e la pioggia alle piante, per la crescita. Il mio amore, appena sei lontana, appare per quello che è, un gigante in cui si concentra tutta l’energia del mio spirito e tutto il carattere del mio cuore.
Io mi sento di nuovo un uomo, perché provo una grande passione, e la molteplicità in cui lo studio e la cultura moderna ci impigliano, e lo scetticismo con cui necessariamente siamo portati a criticare tutte le impressioni soggettive e oggettive, sono fatti apposta per renderci tutti piccoli e deboli e lamentosi e irrisoluti. […]
Mia cara, tu sorriderai e ti chiederai come mai tutto a un tratto divento così retorico ? Ma se potessi stringere il tuo cuore al mio cuore, tacerei e non direi parola. Poiché non posso baciare con le labbra, sono costretto a farlo con il linguaggio e le parole…
In realtà molte donne sono a questo mondo, e alcune di esse sono belle. Ma dove ritrovo un volto nel quale ogni tratto, anzi ogni piega risveglia i ricordi più grandi e più dolci della mia vita? Nel tuo viso soave io leggo persino le mie sofferenze infinite, le mie perdite irreparabili, e quando bacio il tuo dolce viso riesco ad allontanare con i baci la sofferenza. « Sepolto nelle sue braccia, risvegliato dai suoi baci » — cioè nelle tue braccia e dai tuoi baci e io regalo ai bramini e a Pitagora la loro teoria della rinascita e al cristianesimo la sua teoria della risurrezione […] Addio tesoro mio. Ti bacio migliaia di volte insieme alle bambine.
Tuo Karl
Nella foto un uomo di spalle legato e ferito che del cedimento ne ha fatto religione di vita immortale ed eroica, strappando il mondo.
P.S. Grazie a Claudia De Lillo e al suo economista-marxista barese che mi hanno fatto conoscere l’altra faccia della storia che nessuno racconta mai.