Dopo tutto sono solo un essere umano.
Ma io sono opera diversa: non darmi colpa di questo.
Anche se a volte per conoscerti meglio ti abbraccio e metto la mia mano sulla tua pancia. Anche se a volte lacrime scendono non dai miei occhi, ma dalle mie labbra: sono tutte le parole che non ti dico perchè il mio mondo funziona anche senza parole mentre il tuo non ne può fare a meno.
Se a volte ripeto ossessivamente una frase che a te sembra di nessun senso o sciocca, ascoltami comunque perché lì dentro c’è un mondo coloratissimo che so dipingere solo dentro la mia testa e che faccio uscire dalla mia bocca nascosto perchè tu possa smettere di capire e così inizi a sentire, sentire me.
Se vedi la mia mano che trema, non preoccuparti: sono le tue paure che inconsapevolmente mi fai inghiottire come pillole che dovrebbero guarirmi e che invece servono a te per condividere con me un peso che non riesci a portare da solo. Lo so, sei solo un essere umano anche tu e per questo continuerò a volerti bene, dopotutto e nonostante tutto.
Il muro, che pensi che io abbia perché tu lo vedi, lo chiami autismo ed è quello che mi esclude dal mondo come lo vedi tu.
Forse sono cieco e stupido ma io questo muro non lo vedo: per piacere non darmi la colpa di questo.
Non darmi la colpa se non seguirò i passi del ragazzo normale che avresti voluto avere: non andrò all’università e sicuramente avrò la fortuna di non lavorare come fai tu. Forse non mi sposerò, ma vorrei che una ragazza si facesse toccare la sua pancia senza aver paura e avesse l’amore per toccare la mia. Perché nessuno tocca la mia pancia quando mi vede?: gioia mi da chi si avvicina.
Non darmi la colpa se per volermi bene dovrai spendere la tua vita accanto a me tutti i santi giorni dei tuoi prossimi giorni e scoprirai l’orrore delle tue paure nei miei gesti senza senso e nel mio sguardo a volte perso verso un futuro che tu non riesci nemmeno ad immaginare: io per te sono alieno, amico da scoprire, un esempio di mondo che funziona alla rovescia. Avvicinarsi coraggio richiede ma in cambio scoprirai utili frammenti di vita.
Non darmi la colpa se quando mi chiami a volte non ti rispondo: sono a preparare delle medicine che possano lenire il tuo dolore e tramutarlo in gioia come solo un alchimista che vive sulle punte sa fare. Ci vorrà del tempo prima che possa scoprire qualcosa che ti solleverà dalla tua pena, ma nel frattempo gioca con me: il gioco serve a usare bene la nostra testa.
Faccio quel che posso per renderti la vita un po’ più leggera perché so che hai molti problemi, ma io sono solo un essere umano dopo tutto e non riuscirò a scioglierti e liberarti: non so mentire per imbrogliarti. Posso solo raccontarti che ho preso una balena ed invece era una sardina: una finzione che non è inganno, ma invece è voglia di vedere il mondo diverso da quello che mi hanno detto sia normale.
Tutti noi ragazzi dovremmo immaginare un’opera diversa da quella che ci è stata consegnata: omologata, disillusa, sconfitta da quella che i vecchi ci propinano come “sano realismo”: per questo ancora a volte mi vedete arrabbiato e grido e do i pugni sul muro.
Io ti guarderò sempre come mio fratello, tu per piacere, se puoi, guardami come e solo come un essere umano e gioca con me questa partita improbabile: in questo modo io ti aiuto a vincere.
E poi sorridi, io sto bene.
Ciao
P.S. Le frasi riportate in corsivo sono state tratte dal libro: “Le parole che non riesco a dire “- Mondadori, scritto da Andrea Antonello che nel video vedete con un gran casco di riccioli. Accanto a lui Toti, anche lui Opera Diversa, assieme a Muni e Franco: genitori alieni!!
Grazie a voi per tutto quello che fate per noi che purtroppo alieni non siamo.
Ciao Enrico, cuanta poesia, dolcezza, disperazione e speranza in 50 frasi. Dobbiamo festeggiare la vita ed ogni “opera”, diverso o no, aliena o no. Grazie per la emozione. Grazie per questo bellissimo regalo di Natale. Antonio Fontanini